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I peccati dell'uomo

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1I peccati dell'uomo Empty I peccati dell'uomo Mar Apr 27, 2010 3:57 pm

Nic


Ospite

Ciao a tutti, proprio oggi mi ha colto un'ispirazione riguardo questo argomento.
Cosa sono in realtà i famosi peccati?
I peccati dell'uomo Lirbo_morti
La prima immagine che mi viene in mente è riferita al culto dei morti degli antichi egizi, che credevano che al momento della morte l'anima venisse pesata con una piuma... solo se era più leggera poteva passare, in caso contrario veniva divorata da una bestia verde. Sappiamo tutti la storiella.
Il punto è: che cosa esattamente ci appesantisce?
Ci sono molte testimonianze di persone che, in un momento molto vicino alla morte hanno visto tutta la loro vita scorrere. Diverse tradizioni, come quella tibetana (così mi disse uno di quei monaci) credono che l'ultimo pensiero che avremo racchiuda tutte le esperienze che abbiamo avuto.
Insomma beh... sembra che se abbiamo lasciato qualcosa di irrisolto o di cui ci pentiamo amaramente, questo non si possa seppellire solo con il passare degli anni.
Ma la domanda rimane: cosa è che "rimane" ? Perché non siamo completamente e sinceramente "a posto"?

Che non si tratta solo di rispettare o meno i famosi 10 comandamenti, questo è chiaro. E non si può neanche dire che sia qualcosa di uguale per tutti. Basti pensare agli antichi greci, che gettavano da un dirupo i figli malati o storpi senza pensarci troppo.
Se lo facessimo oggi anche con uno solo, forse, ci sentiremmo in colpa da suicidarci!
E allo stesso modo qualcosa che lì per lì può sembrare sbagliatissimo magari poi, con una maggiore consapevolezza, ti accorgi che ti è servito ... e che senza quell'esperienza, quella cazzatella, non avresti mai capito che il bene e il male sono solo umani troppo umani.

Beh ho lanciato la discussione... vedremo cosa ne uscirà fuori pirat

2I peccati dell'uomo Empty Re: I peccati dell'uomo Mar Apr 27, 2010 7:30 pm

Phoenix


Ospite

Carissimo Nic,

ritengo che sulla questione dei “peccati” sia necessario non avere alcun giudizio precostituito e che inoltre occorra visionare (e mettere in pratica) il problema da varie angolazioni, magari cambiando opinione nel corso nel tempo infischiandosene di qualsiasi contraddizione.
Che il tema abbia interessato varie tradizioni siamo tutti d'accordo, ma fare un raffronto asciutto e dettagliato tra le varie concezioni è più un operazione da enciclopedista o da antiquario del pensiero, insomma, da coloro che uccidono (rendendo noiosi) i loro discorsi a suon di pedanteria. Per cui ritengo che quando si trattano discorsi così delicati, occorra fare riferimento principalmente alla propria esperienza personale evitando citazioni qua e là, anche se poniamo in questa o quella tradizione una riverenza illimitata.

Ma che cos'è il peccato (parola che odora così tanto di ebraico)? Fin dai tempi immemori, è sempre stato considerato peccato il non rispettare un determinato codice di comportamento. Che poi questo codice varia in base alla civiltà ed al trascorrere del tempo o, come si dice oggi in maniera impropria sia “arbitrario”, mi pare che non abbia bisogno di ulteriori giustificazioni . Per un antico greco (per la cronaca, non solo gli spartani..) morire in battaglia dimostrando il proprio coraggio (e schiavizzando e stuprando donne e bambini del popolo vinto) era la virtus per antonomasia: disertare oppure fuggire in combattimento era un peccato capitale. Per un cristiano la vera virtus è amare il prossimo, specialmente il proprio nemico, mentre uccidere è un peccato senza appello e disertare non è segno di codardia ma un segno di amore e di rispetto (ovviamente con le dovute eccezioni). Per l'uomo medio occidentale di oggi, mite, razionale e democratico (non ancora “guarito” da certi dogmi cristiani che paradossalmente ritiene di aver sconfitto) la violenza “gratuita” e “ingiustificata” (in primis il razzismo) è peccato perché gli uomini sono uguali ed hanno diritti inalienabili, così inalienabili da non essere giustificati da nessuna divinità.
Insomma, pare proprio che il peccato vada a braccetto con la morale, che una sia la “ragion d'essere” dell'altra e viceversa. Cambiano tradizioni e tempi, ma ciò che si chiede è sempre lo stesso: rinunciare alla propria individualità conformarmandosi ad un certo codice di leggi in vista di un utile collettivo. Chi trasgredisce la regola, è il peccatore, colui che in terra verrà (forse) punito dagli uomini ma che in cielo verrà sicuramente punito dalla divinità. Che dietro questo schema ci sia un gioco di potere politico, mi sembra un dato di fatto. Ritengo che nel valutare ogni tradizione ed ogni civiltà (ed i rispettivi codici di comportamento e forme di sapienza) occorre sempre tenere ben presente questo paradigma.
Fin qui la disamina elude la domanda di Nic, che era mirata all'individuo: cos'è questo peccato e quanto pesa sui singoli e sulla loro ricerca spirituale. Non c'è una risposta precisa, ma ritengo che qualsiasi persona, che sia religiosa o meno, abbia dei “sensi di colpa”: qualcosa di irrisolto che pesa come un macigno e che di fatto ci sbarra la strada verso la conoscenza. La differenza tra un bambino di 5 anni e lo stesso quando ne ha 15, a livello di intelligenza, capacità fisiche, autosufficienza ecc.. è lampante; ma la differenza tra un uomo di 20 anni e lo stesso quando ne compie 30, poi 40.. è quasi impercettibile. Sembra quasi che arrivati alla soglia dell'età adulta ci sia un arresto dell'evoluzione dell'individuo con l'unica eccezione dell'invecchiamento fisico. Mi ricordo una frase di Don Juan del tipo “a 20 anni un uomo è già finito e rimarrà così fino alla fine dei suoi giorni”, a meno che... Non si trovi un appiglio per uscire da questo schema (ed ecco che si comincia a parlare di magia). Molti che intuiscono questo “blocco” cercano di appianare la loro sofferenza rivolgendosi verso qualche religione orientale (basti pensare a come oggi sono in voga lo yoga ed il buddismo), oppure semplicemente rispolverando la propria fede cristiana (per non parlare delle sette new age ecc..). Questa più che una soluzione appare un palliativo, dato che in fin dei conti si tratta semplicemente di sostituire una morale al posto di un'altra.
Allora qual è la vera soluzione? Secondo me ci si dimentica sempre che la conoscenza non consiste tanto in un“accumulo”, nella costruzione di una “torre d'avorio”, nel porre l'edificio della tradizione ermetica accanto all'edificio della tradizione orientale, oppure cristiana, oppure scientifica.. Ma che il più grande effetto di essa sia “negativo”, ovvero di liberarci dalle falsità più che costruire verità. Del resto, liberarci dei vari condizionamenti che abbiamo assorbito nel corso della nostra vita e riacquistare una “coscienza” pura e distaccata come quella di un neonato, non significa forse raggiungere il silenzio come dicevamo nell'altro post? Secondo me “liberarsi dal peccato” significa appunto affrontare questo processo.

3I peccati dell'uomo Empty Re: I peccati dell'uomo Mar Apr 27, 2010 9:35 pm

And


Ospite

Ho letto il post sul peccato che hai scritto e la risposta che è stata data; appena letta mi è venuto subito alla mente la negazione di peccato. IMPECCABILE cioè nella mia visione significa non sbagliato, giusto e come si fa a fare una cosa, qualsiasi cosa, in modo impeccabile se non con un certo riguardo con una certa attenzione e devozione? Bene quindi ecco non sono in completo accordo sulla frase scritta alla fine della risposta di Phoenix "ovvero di liberarci dalle falsità più che costruire verità". Fare qualsiasi cosa con un certo "amore" è costruire verità. é forse (non lo sò) un modo per arrivare ad avere lo spirito più leggero della piuma.

4I peccati dell'uomo Empty Re: I peccati dell'uomo Gio Apr 29, 2010 1:08 am

Tea


Ospite

ciao!
leggendo i vostri post mi è venuto un dubbio. Se il peccato è considerato il male, cos'è il male?
e l'opposto del male, il bene, cos'è? perchè esistono dei concetti come il bene ed il male?

Tea

5I peccati dell'uomo Empty bene e male Sab Mag 01, 2010 2:03 am

Ax


Ospite

Ciao a tutti.
Parlavo sta sera in chat con Nic e Franca circa i post sul forum che riguardavano argomenti come il Bene e il Giusto, il Male e il peccato ecc. Ho guardato su alcuni post precedenti scritti ) nella speranza di ritrovare qualcosa di “copiabile” ma non ho trovato nulla, quindi provo a buttare giù qualche concetto.
Secondo me bisogna tenere presente innanzi tutto che noi siamo persone occidentali del terzo millennio cresciuti con due mila anni di storia cristiana sulle spalle. La nostra religione ha inculcato in noi le sue idee di male e di bene di giusto e di ingiusto. Se guardassimo, non solo alla storia dove ci hanno raccontato che i greci buttavano dalla rupe Tarpea i bimbi nati con difformità o i romani che ritenevano giusto fornire il pasto ai leoni con i primi cristiani ma anche solo guardando in contemporanea il mondo mussulmano ci accorgeremmo che per un popolo è bene ciò che per un altro è male. E’ giusto avere più mogli, farsi esplodere per massacrare altre persone in nome di un dio. Considerando che poi nel loro paradiso ci aspettano 77 vergini ecc.
Voglio solo sottolineare un concetto che tutti già sappiamo: il bene e il male sono solo relativi. Ma mi domando:- esiste un bene assoluto e un male assoluto senza tirare in ballo Socrate, Platone, Aristotele e via e via?
Abbiamo solo la nostra coscienza plagiata dalla nostra religione per risponderci ma cerchiamo di capire, astraendo dai concetti religiosi o metafisici, cosa sia questo bene, un bene che vada al di là di tutte le religioni.
Bene, secondo me, è tutto ciò che mi permette di sopravvivere. Fumare non è un bene, nutrirmi con moderazione è invece un bene. Per farla breve: mens sana in corpore sano.
Ma andando oltre questi concetti di saggezza antica, cerchiamo di capire cosa è bene per lo spirito visto da un punto inerente l’evoluzione spirituale che le monografie del sito riportano.
I Maestri insegnano che chi intende sviluppare se stesso deve risparmiare energia. Questo concetto l’ho sviluppato in parte qui
Per farla breve. Al di là di tutte le religioni, al di là del bene e del male ( mi ricorda un film della Cavani ) esiste un imperativo categorico ( non me ne voglia Phonix se cito il suo amato Kant ) che ci impone di crescere e svilupparci sia nel corpo che nello spirito. E ben sappiamo che sono le due faccia della stessa medaglia.
Concludendo è bene ciò che ci fa crescere “in SALUTE” ed è male ciò che ci “uccide”.
Ciao a tutti e grazie a chi è riuscito a leggere tutto.

6I peccati dell'uomo Empty Re: I peccati dell'uomo Sab Mag 01, 2010 3:20 am

Nic


Ospite

Sembra che il forum non visualizzi i links.
Il file è questo: w w w . m a g i a o n l i n e . n e t / e n e r g i a . d o c
(da riscrivere sulla barra degli indirizzi)

7I peccati dell'uomo Empty Re: I peccati dell'uomo Sab Mag 01, 2010 5:08 pm

Eu


Ospite

Ciao a tutti,
vorrei notarvi che il peccato viene considerato tale solo quando si tratta dei comportamenti sbagliati, cioè ingiusti. Allora la vera divisione insiste nel giusto e sbagliato. Diamo ora un’occhiata a ciò che rende una cosa giusta. Come ha detto Ax qualche ora fa non sempre e non per tutti le stesse cose risultano sbagliate o giuste. Tutto dipende da diversi fattori come educazione, religione, mentalità etc. Potremmo dire che funziona come con il vero e il falso. Una cosa diventa vera solo quando ci sono i testimoni dell’evento che lo possono confermare, altrimenti essa possa risultare sincera ma non veritiera. Fin qui ci siamo. Vediamo ora se tutto ciò che ti fa bene è giusto. Il primo esempio che mi viene in mente è magari banale ma facilmente verificabile nella vita quotidiana. Prendiamo un gruppo dei bulli i quali prendono di mira una ragazza della loro classe e la violentano. Tutti sono d’accordo nel farlo e lo ritengono giusto. I tizi non si fanno le menate mentali, hanno dei corpi sani e se la godono alla grande, allora dovremmo dire che anche la loro mente è sana?
Forse per risolvere il dilemma del giusto e sbagliato dovremmo rivolgerci alla semplicità, lasciando il filosofare ai filosofi veri. Il rispetto per la vita potrebbe essere il nostro primo passo verso il bene assoluto e quando parlo della vita non intendo solo questa umana. Il passo successivo, non fare agli altri ciò che non vorresti che fosse fatto nel tuo confronto. A questo punto se credi che avere tre mogli è una cosa giusta va benissimo se anche loro ne sono d’accordo! Se credi che per arrivare nel paradiso devi digiunare tre volte alla settimana ancora meglio. Pensaci bene solo quando per lodare il tuo Signore, chiunque Lui fosse, fai la strage degli agnelli non per sfamarti ma per una stupida usanza.
Grazie e spero che almeno in parte siete d'accordo con me. Embarassed

8I peccati dell'uomo Empty Re: I peccati dell'uomo Dom Mag 02, 2010 1:48 am

Phoenix


Ospite

Caro Eu,

perdona la franchezza ma ritengo ritengo che tu sia un chiaro esempio, come ha detto Ax nel suo post, di come 2000 anni di cristianesimo rimaneggiato più e più volte abbiamo rese "torbide" le coscienze di noi uomoni occidentali d'oggi.
C'è uno stucchevole odore di predica domenicale nel tuo intervento precedente che è difficile da non sottolineare, a costo di essere sgarbato (e magari per questo finire agli inferi.. Ahimè!).

"Forse per risolvere il dilemma del giusto e sbagliato dovremmo rivolgerci alla semplicità, lasciando il filosofare ai filosofi veri."

Ma forse, rimarco forse, un "filosofare" per quanto semplice, sgrammaticato e banale è già un atteggiamento più intelligente rispetto a chi si limita a credere, perchè "così è scritto" oppure "così ha detto il signore (per bocca del prete)".

Non c'è niente da fare, il diavolo (ma esisterà davvero? Si potrà toccare?) opera in mille modi, ma il suo stratagemma più pericoloso è quello di far credere che per accedere all'eden non sia richiesto altro che essere una persona dabbene. Basta avere rispetto per gli altri, trovarsi un lavoro onesto, fare la carità ogni tanto, inveire contro le ingiustizie annunciate dal telegiornale (ma senza alzare un dito, mi raccomando! Basta indignarsi..) e ci la salvezza ultraterrena è garantita. Eh sì, dietro un ottimismo bonario volto alla consolazione si nasconde il principe delle tenebre, per di più sotto le false vesti dell'altissimo! Maestro dell'inganno ma anche del travestimento.

Il paradosso del cristianesimo è che la maggior parte di noi, ha fatto i sacramenti, è andato in chiesa da bambino, ha provato reverenza per il papa, ma alla fine chi lo conosce? Non mi stupisco che uno degli effetti della riforma luterana sia stata la divulgazione della bibbia al popolo, mentre ai cattolici questa divulgazione non è mai piaciuta, forse perchè il cristianesimo vive bene nell'ignoranza.

Per combattere questo atteggiamento basterebbe aprire il vangelo e leggersi una buona volta questo "benedetto" testo che tanto ha influenzato la nostra civiltà. Forse ci si accorgerebbe che Cristo non ha detto "molti sono chiamati, ma pochi eletti", senza garantire la salvezza ai più. Si scoprirebbe che il messia è anche brutale, quando ordina ai suoi apostoli di abbandonare le proprie famiglie al loro destino per seguirlo. Per non parlare degli apostoli! Persino loro, gli eletti, così vicini al maestro, tradiscono e mentono, mostrando le gigantesche barriere che si insunuano verso chi segue certe vie "spirituali". Insomma, anche da una sommaria lettura del vangelo è facile capire che il "regno di Dio" si ottiene con la violenza, non certo con i buoni propositi e con un mite ottimismo.
Questo perlomeno era il messaggio originario del cristianesimo; per conoscere la sua deformazione prospettica basta scavare un po' nelle nostre coscienze.

Niente di personale,

Phoenix

9I peccati dell'uomo Empty Re: I peccati dell'uomo Dom Mag 02, 2010 1:48 am

Nic


Ospite

Agire al meglio, senza avere il minimo rimpianto per esserci risparmiati... secondo me è il bene.
Vivere ogni momento con la stessa intensità di come vivremmo il nostro ultimo istante di vita.
Mentre si guida l'auto, mentre si salutano delle persone, mentre si pranza, mentre si cammina... se si agisce come se fossero le nostre ultime azioni sulla terra, diventerebbero azioni meravigliose, cariche di potere. Impeccabili (senza peccato).
Questo non vuol dire che siano perfette, c'è solo un modo per fare una cosa in modo perfetto e lasciamolo alle macchine.
Ci sono invece molti modi per essere impeccabili Smile nessuna morale scritta dunque.
Con questo messaggio non voglio dire che io vivo ogni momento come se fosse l'ultimo, figuriamoci. Ma quelle volte in cui l'ho fatto dal mondo è emersa una sorta di sacralità, un rispetto... una sobrietà che solo la morte ti può dare.

Un abbraccio a tutti...

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