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Il doppio ed il tonal

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1Il doppio ed il tonal Empty Il doppio ed il tonal Mer Set 22, 2010 6:00 pm

Phoenix


Ospite

Ieri ho ripreso in mano l'isola del tonal e rileggendo la prima parte mi sono soffermato su alcuni "concetti" che avevo tralasciato ad una prima lettura. Nello specifico ho rivolto la mia attenzione al tema del "doppio".
Credevo che il doppio fosse una creazione sofisticata frutto di un opera dello stregone, o del mago che dir si voglia. Anche Castaneda pone lo stesso dubbio a Don Juan, il quale lo ammonisce (o gli ride in faccia, non ricordo!) che questa è una sciocchezza. Il doppio non sono è reale, ma è una caratteristica di ogni essere umano. Il problema dunque non è "crearlo", "evocarlo", "trasformarlo", ma molto più semplicemente ricongiurrersi ad esso. In altre parole, l'essere umano è una Ferrari, progettato per correre a 300 all'ora, ma a causa di un fermo nel motore, egli è costretto a guidarla come una cinquecento. Non occorre dunque aumentare i cavalli, allargare lo scarico, rimappare la centralina per incrementare la velocità; la potenza c'è già tutta. Occorre semplicemente togliere il fermo. Lo stregone quindi, in quanto meccanico esperto, Fa capire all'apprendista come aggiustare il proprio bolide. Una volta riparato, li stregone esaurisce il suo compito e l'apprendista correrà dove vuole.

L'altro spunto che mi ha affascinato è quando Don juan afferma che in questo momento, quella che chiamiamo "realtà ordinaria", non è altro che un sogno del doppio.

In altre parole, quello che stiamo vivendo è un sogno, oppure, se si preferisce, il sogno è tanto reale quanto reale è la vita di tutti i giorni. Non c'è alcuna differenza. Il punto è che in origine, nei bambini, la percezione è fluida. Poi, attraverso la descrizione del mondo ed attraverso lo sviluppo della memoria costruiamo il mondo, che non è altro che questo sogno. Fin qui niente di male: occorre una descrizione del mondo per poter interagire con esso. Il problema è che una volta costruito questo sogno, la nostra attenzione rimane intrappolata in esso.
Nasciamo in una foresta sconfinata ed infinita (il nagual) da mettere i brividi. Per
mettersi al sicuro, occorre costruire un castello (il tonal), ovvero un abitazione comoda, calda, confortevole, sicura, in cui possiamo muoverci liberamente e con estrema sicurezza. Fin qui, tutto di guadagnato. Il fatto è che un castello di norma ha un ponte levatoio: di modo che è possibile uscire per andare in esplorazione, andate a caccia, pescare, conoscere altro esseri, altri castelli, altri mondo.. Poi una volta stanchi, si ritorna al castello a ristorarci.
Il paradosso è che quando l'uomo costruisce il suo castello (tonal), necessario per vivere in pace e sicurezza, in pratica ci si mura dentro.
Anzichè essere luogo di riposo, ristoro, di sicurezza, il castello diventa un carcere. Alla fine, a forza di viverci dentro, senza alcuna via uscita, arriviamo a credere che il mondo conosciuto coincida con i contorni del castello. I più "romantici" si affaccerranno al balcone e scorgeranno che c'è qualcosa al di là dei confini delle mura, ma si limiteranno a qualche contemplazione e qualche congettura.
Ovviamente la soluzione degli stregoni è quella di ripristinare un varco tra il castelli e la selva, tra il tonal ed il nagual. Ovvero dobbiamo prendere lo scalpello e ricostruire un varco. Certo che finchè passiamo la maggior parte del giorno a pulire le grandi stanze del castello, a rigovernare l'immensa cucina, a rammendare le tende di pizzo, a sistemare gli armadi, ad ubriacarci nella taverna (...), cioè finchè continueremo a dedicarci soltanto al tonal non avremmo il tempo di scalpellare il muro.
Per questo don juan afferma che "ripulire il tonal" è l'unico modo per ricongiungersi col nagual. Occorre dunque smontare le tende, rendere la cucina spartana, eliminare la birra ed i giochi creativi nella taverna, svuotare gli armadi, staccare la presa al televisore... Insomma occorre eliminare dal castello tutto ciò che è superfluo, poichè esso è solo un riparo ed un luogo di ristorazione e come tale deve essere usato. Una volta dunque eliminati gli infiniti "fronzoli" con cui abbiamo abbellito il castello per rendere la nostra carcerazione meno triste, non dovremmo più dedicare così tanto tempi al tonal e potremmo cominciare seriamente ad applicare le nostre forze per aprirci un varco nella parete. Ci vorranno dei mesi, ci vorranno degli anni; dipende dalla forza di chi scalpella, dallo strumento usato, dalla costanza che ci mette.. Il maestro o lo stregone potrà urlarci da fuori il modo migliore di scalfire il muro, potrà incitarci, potrà ricordarvi continuamente qual è il nostro compito, ma alla fine tutto dipenderà da noi.
Una volta aperto il varco il gioco sarà fatto. Certo, la prima volta dalla paura si metterà un piede fuori, dopo qualche giorno si farà qualche passo, dopo qualche mese si camminerà nel perimetro del castello.. Dopo qualche anno ci si inoltrerà nella foresta e ci accamperemo lì per giorni.. Questo poi dipende da quel che vogliamo fare.. L'obiettivo dello stregone verso dell'apprendista rimane comunque quello di ricongiungere tonal e nagual con un ponte, il castello con la selva, il nostro "io" con il "doppio".

La conoscenza non è altro che ricongiungerci con la nostra vera natura.

Phoenix

2Il doppio ed il tonal Empty Re: Il doppio ed il tonal Sab Set 25, 2010 2:20 pm

Nic


Ospite

Ciao,
molto bella la tua riflessione che va da Ferrari a selve misteriose e ignote, a castelli medievali... ci sono quasi rimasto male quando il messaggio è finito! Sad

Personalmente credo che la soluzione pratica per uscire dal castello sia rendersi conto che ci siamo intrappolati dentro.
E' nella nostra natura scarrozzare e avventurarsi in quell'ignoto "là fuori"... Basta accorgersi che c'è molto di più di questa descrizione del mondo e, naturalmente, qualcosa si risveglia.

C'è una domanda che negli ultimi giorni mi martella la testa, ed è:
"in questo momento, quanto di te è qui?"

5%? 10% forse 50%? Perché non 100% ??? è solo un attimo di volontà!

Mantenere questo 100% è secondo me la vera impresa pratica. Se siamo pienamente consapevoli, svegli, continuamente... il pensiero non può raggiungerci (visto che per sua natura vaga nel passato o nel futuro).

Basta tornare per un attimo all'immagine del castello... e vedere quella persona lì che fa le pulizie, guarda la tv, gira intorno, e non è mai uscita fuori. Basta vederlo/a gironzolare per il castello, cosa notate ?
Guardatelo/a in quelle azioni, un po' lente, ripetitive, ogni tanto canta qualcosa, con quegli occhi semichiusi... che spesso non vede l'ora di andare a letto per un riposino... cosa notate?

Esatto.... sta letteralmente dormendo in piedi!


E' una lotta per la consapevolezza, un risveglio, una vera e propria avventura per non vivere come semi-addormentati, e scoprire così un mondo mozzafiato. Così meraviglioso e misterioso che sembra incredibile esser partecipi di uno spettacolo del genere...

Liberarsi dal sonno per tuffarci nell'infinito del momento presente.


I migliori auguri a tutti i sinceri cercatori della verità Wink

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