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Qui ed Ora

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1Qui ed Ora Empty Qui ed Ora Lun Ott 11, 2010 4:13 pm

Ospite


Ospite

Salve a tutti.. mi pare il caso di scrivere un post di carattere estremamente pratico e semplicissimo, dopo l'ultimo incidente di percorso..
Bene, rileggendo le ultime discussioni ho notato che è venuto spesso fuori il fatto di essere presenti, svegli, consapevoli.. A volte come consiglio, altre come obiettivo di un determinato esercizio o addirittura come nucleo di un intero insegnamento (mi riferisco in parte al buon caro postino.. eh Morgana?) da impartire ad hoc.
Anche in diversi testi, nel sito e non, ho potuto leggere discorsi simili. Il concetto quindi mi è arrivato più o meno. Ieri sera però ci ho riflettuto un attimo, molto intensamente.. e ho sentito il bisogno di scrivere qui questo mio bisogno di fare un "passo indietro".. Non chiedo una definizione enciclopedica, però gradirei argomentare il concetto insieme a voi.. più precisamente.. essere presente, consapevole, adesso, qui, ora.. vuol dire eliminare il dialogo interiore?? è quindi una forma di silenzio.. in cui non parliamo con noi stessi, facciamo cioè tacere ogni pensiero, emozione e tutto ciò che usualmente ci prende, ci domina.. e di conseguenza Siamo! smettendo di essere attaccati al concetto spazio-temporale di noi come un essere collocato in un luogo in un certo tempo.. aiutatemi a completare o precisare questa cosa!!!

Inoltre, un'altra cosa, forse più banale... riflettendo su questo argomento, sono incappato in una possibilità di errore.. l'essere presente, consapevole può essere facilmente confuso con uno stato mentale di elevata concentrazione?? mi riferisco ad uno sportivo in azione in un momento decisivo, ad un manager di una multinazionale che presenta il suo nuovo prodotto al mondo intero in diretta, ma anche al ragazzino al compito di italiano necessario per rimediare il debito scolastico.. e momenti simili, penso capiate cosa voglio dire.. in questi momenti, queste persone, non sono forse del tutto presenti a loro stesse??

La prima parte del post è il nucleo di ciò che volevo dire, la seconda beh.. un piccolo errore in cui non voglio cadere diciamo...
A proposito..
Grazie a tutti per l'accoglienza

2Qui ed Ora Empty Re: Qui ed Ora Lun Ott 11, 2010 8:39 pm

Tea


Ospite

Ciao Max!
Allora, quello che ho capito io del qui e ora, è che tramite il silenzio si arriva alla presenza. Si deve osservare il pensiero, si deve essere ’’ l’osservatore silenzioso’’. Penso che essere qui e ora non è proprio far tacere il pensiero, ma più, non farsi dominare dal pensiero, non lasciarsi a lui. Non farsi dominare dalla mente, ma dominarla. Non lasciarsi alla furia delle emozioni, ma guardarle, sentirle.

Il dialogo interiore..bhe, si parla molto di lui. La mente per muovere il pensiero e quindi creare il dialogo usa tre concetti: contrasto, conseguenza e associazione. Quindi se io dico fuoco, tu pensi al rosso, arancione o nero. Il dialogo è tutto..le parole, le descrizioni e via dicendo. Però, se non interpreti più il fuoco, che cosa rimane del fuoco? L’essenza vera del fuoco o qualcos’altro? Quindi, anche gli oggetti hanno un’essenza, una loro consapevolezza?

Se prendi per esempio il bungee jumping, nel momento del lancio senti l’adrenalina, un distacco, non pensi a niente, ti lasci trasportare..è una piccola dose della presenza di se stesso. Ci sono molte persone a cui questa percezione, questa libertà è come una droga. Quindi, non sapendo che questo può essere duraturo, esse si accontentano del bungee e prendono ogni volta una piccola dose. Però, la presenza di se stessi può essere molte volte confusionaria, può essere ingannevole.

La totale presenza è lucidità. E il Buddha, l’illuminazione. Arrivare ad esso significa essere liberi.

Spero di esserti stata d’aiuto.
Un abbraccio.

Tea

3Qui ed Ora Empty Re: Qui ed Ora Lun Ott 11, 2010 10:10 pm

Nic


Ospite

Ciao a tutti,
sono felice di questo post.

Basta guardare ad ogni Tradizione per scoprire che il filo rosso di tutte è esattamente questo "esser svegli" ovvero come dice Max nel qui ed ora.
Cosa significa? Beh l'unico motivo per cui è "difficile" da realizzare è che è troppo semplice!

"In questo momento, quanto di te è qui?" e a questa domanda deve seguire una risposta "3? 5? 6? Sicuri?"
Ma perché non sono totalmente qui? e dove sono allora? Come si fa a tornare ad essere nell'adesso?

Ma è così semplice: fallo adesso Smile
Esatto, non è necessaria una grande preparazione di esercizi e stili di vita, un bagaglio culturale esoterico ecc... è un semplice "esperimento" da fare subito. Sii completamente presente, con tutto il corpo, e muoviti un po' per la stanza RIMANENDO NELL'ADESSO il più possibile.

Sono sicuro che chiunque abbia provato a fare questo piccolo gioco, ha subito sentito qualcosa... come un ricordo di una consapevolezza che, se mantenuta, guarisce.

Ed è questo RIMANERE NELL'ADESSO la vera chiave per il risveglio, per ottenere quei famosi poteri magici, per guarire dalla sofferenza ecc ecc...

Ma c'è di più.
Tea dice che dal silenzio si arriva alla presenza. Io dico che vale anche il contrario!
Nel senso che la mente (intesa come insieme di tutti i pensieri, emozioni, preoccupazioni) può sopravvivere soltanto nel tempo. Vale a dire in un fantasma di futuro, o in un fantasma di passato... ma mai nel presente.
Li chiamo fantasmi perché potreste sentirvi in colpa per qualcosa che è successo, potreste sentirvi offesi da qualcuno, potreste sentire di aver fatto qualcosa di sbagliato, potreste avere speranza in un futuro migliore, pensare che ormai il futuro sarà un inferno, ma... guardatevi intorno nella stanza, il pavimento, la luce, il soffitto, il corpo... dove sono tutte queste important questioni adesso? Non ci sono! (guardate pure sotto il cuscino se non ne siete convinti Razz )
Rimanere nel presente quindi, crea un'assenza di pensieri.

Quindi concludo queste poche righe augurandovi ogni bene, e soprattutto di iniziare a vivere. Perchè la vita è sempre adesso, e soltanto adesso.
OSATE rimanere nell'adesso Very Happy

4Qui ed Ora Empty Re: Qui ed Ora Lun Ott 11, 2010 10:57 pm

Phoenix


Ospite

Ciao Max!

Provo a risponderti da un punto di vista "filosofico" più che pratico, rispettando la tua richiesta, con la speranza di esserti d'aiuto.
Mi viene in mente quella famosa riflessione sul tempo di Agostino che spesso viene fatta nei licei.
Agostino ci dice che l'unico tempo è il presente. La classica divisione temporale in passato presente e futuro e solo il frutto arbitrario della nostra razionalità. Pensa ad un evento del tuo passato: non fai altro che evocare qualcosa di passato al presente. La rievocazione dei ricordi è sempre al presente. Se in questo momento ripensi alla bambina che ti piaceva alle elementari, lo fai al presente.

Ed il futuro? È un fatto noto che il futuro crei uno stato d'ansia. Cosa farò da grande? Supererò quella verifica o quell'esame? Riuscirò a cambiare?
Il futuro crea ansia perchè è incerto. Ma propriamente il futuro non esiste. Non esiste perchè noi viviamo nel presente. Tutto ció che noi chiamiamo futuro non è altro che un fare continue congetture su delle possibilità. Ma le congetture si fanno al presente. Il futuro è soltanto un immaginazione che facciamo al presente. Certo possiamo prevedere il futuro, calcolarlo, misurarlo, ma sono tutte operazioni che facciamo al presente. Anche il veggente che vede il "futuro" lo fa al presente.

Eppure, nonostante tutto avvenga al presente, non riusciamo a cogliere il presente. Appena provi pensare ad un momento presente subito diviene "passato". Ovvero diviene subito una rievocazione al presente.

Ovviamente questa riflessione che ho cercato di riassumere è prima di tutto un gioco verbale! Eppure, almeno per quanto mi riguarda, dietro al gioco si nasconde un concetto micidiale.

Tutto è presente! Che che chiamiamo passato e futuro sono soltanto stati mentali. Non sono "oggettivi", non sono "indipendenti" da noi, ma sono "nostri" come nostra è un emozione od un pensiero. Ovvero sono prodotti della nostra percezione.

Perdonami se parto sempre da lontano ma è il mio modo di ragionare! Tu hai detto che il qui ed ora è un modo di abbattere il dialogo interiore. Giustissimo! Il nostro dialogo interiore si nutre di rievocazioni, ricordi, fantasticazioni (che partono sempre dalla memoria), congetture su quello che facciamo e sul futuro. In altre parole il dialogo interiore esiste se vi è il tempo. Ma noi abbiamo cominciato a capire che il tempo è un prodotto, è qualcosa che abbiamo appreso ad un certo punto dela nostra vita, senza rendercene conto. Come mai i nostri ricordi si fermano ad un certo punto? Perchè non ricordiamo di quando avevamo soltanto 6 mesi? La risposta è ovvia: il tempo è una costruzione e come tale l'abbiamo dovuto apprendere. Non ci ricordiamo di quando avevamo 4 mesi per il semplice motivo che all'epoca non percepivamo il tempo. Non avevamo ricordi, non avevamo linguaggio e dunque dialogo interiore: vivevamo in una condizione di eterno presente che per la nostra mente è inconcepibile, dato che vive soltanto di "passato" e di "futuro". La nostra mente non può percepire quella dimensione e dunque semplicemente non ne abbiamo ricordo (finchè la mente detiene il controllo).

Spesso leggo di uomini di conoscenza che affermano di ricordare la vita embrionale, oppure adirittura le vite passate. Io sto ancora "lottando" con la mia mente per cui non posso certo testimoniare queste esperienze. Ma attraverso il bastone del ragionamento abbraccio queste possibilità. Al di là della nostra "mente" vi è un eterno presente; la chiave per raggiungerlo è il silenzio, ovvero la distruzione del tempo. Per chi lo raggiunge, "miracoli" del genere diventano la realtà.

Per quanto riguarda la tua seconda domanda, anche qui mi pare che tu abbia posto in dubbio qualcosa che sai già! Very Happy
in alcuni momenti di "tensione" ci avviciniamo al silenzio. Mi ricordo che una volta quando ero un ragazzino un mio amico ruppe una vetrata con un sasso: l'effetto fu così inatteso e lo spavento tale che mi misi a correre all'impazzata. Nonostante le scarpe slacciate feci la più grande corsa della mia vita: non avevo alcun pensiero, alcun ricordo, non avvertivo nemmeno la fatica, semplicemente agivo ad una rapidità fuori dal normale. Ecco, in un momento del genere per qualche istante mi avvicinai al silenzio. Ovviamente gli esempi sono infiniti e tu ne hai colti più d'uno: questo per dirti che condivido il tuo pensiero.

Spero, nonostante la prolissità e le digressioni, d'esserti stato d'aiuto.

Un abbraccio,

Phoenix

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