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Percezione e Metodo

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1Percezione e Metodo Empty Percezione e Metodo Dom Feb 06, 2011 4:28 am

Phoenix


Ospite

Stamani mi sono soffermato brevemente a fare una riflessione circa la stabilità di questo sogno, che appunto per questa sua stabilità lo chiamiamo realtà e lo distinguiamo dallo stato onirico notturno.

L'unica differenza ontologica tra sogno e realtà consiste dunque in questo: che la realtà è un sogno stabile, mentre il sogno è un sogno evanescente e confuso.

Se le cose vengono poste in questi termini (e non può essere altrimenti) ne consegue che un sogno lucido e coerente è effettivamente una percezione REALE. Cos'è dunque che rende stabile questo sogno che chiamiamo realtà? Il CONTROLLO. Nella realtà, ovvero nel sogno reale, ci muoviamo in un contesto delimitato da regole: ci comportiamo in base a delle convenzioni. Questo controllo degli istinti, che non è altro che un controllo di tutto ciò che è irrazionale, confuso, condizionato, permette al sogno della realtà mantenere la sua stabilità. Certo, le nostre continue distrazioni, le azioni ripetute meccanicamente, il cedere dinanzi ad istinti primari come alla fame od al sesso denotano che questo controllo è tutt'altro che asciutto e pienamente realizzato: tuttavia è innegabile che la nostra percezione della realtà mantenga una coerenza di fondo, ed a meno di non essere psicotico, se vedo un albero questo non si trasforma in un batter di ciglio in una montagna, e non accade che semplicemente voltandomi mi ritrovo dalla cima di una collina in pianura. In verità non c'è differenza alcuna tra la percezione di un sogno comune di una persona comune e la percezione ordinaria di uno schizofrenico o di uno psicotico. Entrambi sono percezioni confuse, senza una trama precisa, senza coerenza, senza controllo: noi ci stupiamo quando vediamo un pazzo cambiare improvvisamente e continuamente umore, eppure nei nostri comuni sogni facciamo la stessa ed identica cosa. La differenza sostanziale tra una persona mediamente sana e razionale ed un pazzo, è che la persona razionale sogna lucidamente la realtà, mentre il pazzo continua a sognare confusamente anche il sogno reale.
E' IL GRADO DI CONTROLLO CHE DETERMINA LA LUCIDITA' DI UNA PERSONA. IL PAZZO STA ALLA PERSONA COMUNE COME LA PERSONA COMUNE STA ALLO SCIAMANO. LA DIFFERENZA STA SEMPLICEMENTE NEL GRADO DI LUCIDITA', OVVERO DI CONTROLLO, OVVERO DI DISTACCO CHE LA PERONA RIESCE A REALIZZARE.

Ed ecco che anche la morale acquista un suo preciso significato scientifico, senza limitarsi ad essere un mero e petulante giudizio di valore, senza alcuna consistenza logica. La morale, ovvero il controllo del vortice caotico delle passioni naturali, è il mezzo grazie al quale rendiamo stabile e fissa la nostra percezione. Chi si attiene costantemente a dei principi morali è una persona che rinuncia ai propri istinti in nome di una legge: in altre parole si abitua a realizzare un certo DISTACCO DALLE PASSIONI, il che permette di acquisire un crescente grado di LUCIDITA'.
Finalmente capisco come mai non soltanto le religioni, ma anche molte filosofie e molte congreghe misteriche ed esoteriche del passato davano una notevole importanza all'etica, e rammentassero continuamente che si dovesse conseguire un distacco dalla materia, in quanto l'assecondare ciecamente le passioni naturali genera uno stato di inconsapevolezza e di confusione, che si riverbera nella nostra immaginazione, nel nostro pensiero e nelle nostre azioni.

L'assioma primo della conoscenza è realizzare uno stato di lucidità, ovvero di progressivo distacco non dalle passioni, ma dall'asservimento alle passioni. Soltanto in uno stato di lucidità perfetto è possibile indagare liberamente ed autonomamente. Dove siano rivolte le nostre indagini e le nostre ricerche, dipende da una nostra decisione; ma qualunque sia la via scelta da seguire, non si può prescindere dal fondamento primo del metodo: il distacco, che induce necessariamente alla lucidità.

2Percezione e Metodo Empty Re: Percezione e Metodo Dom Feb 06, 2011 6:35 pm

Anna


Ospite

Sono la tua grande fan Phoenix e ammiro la tua facilità nel vestire di parole chiare, frasi concise ciò che turbina per la testa senza essere delineato.
Siamo composti di tre elementi: corpo, anima e spirito. Secondo me la differenza tra il sogno onirico e la realtà consiste nella partecipazione di questi elementi. Nei sogni il corpo fisico non partecipa. Quando muori nel sogno, quello finisce. Come la vita dopo la morte, dirai? Solo che ti svegli sudicio dal tuo incubo, riscaldi un bicchiere di latte, lo bevi e tornato a letto sognerai la donna che qualche volta hai visto spogliarsi nella finestra del palazzo di fronte, che ti fa le cose che forse non è il caso descrive qui e ora.
Se muori nella vita reale sei fregato.
Potrebbe darsi però che nel momento in cui anche nel sonno prenderai la coscienza corporea, muori se ti succede qualcosa. Insomma, non avendo la tua facilità di maneggiare le parole, non sono neanche capace di spiegarmi più chiaramente. Si tratta di prendere la coscienza di ogni elemento che ci compone. Nel sogno, perché diventasse reale- il corpo. Nella realtà, perché smettesse di essere un sogno- dello spirito. Ho sempre avuto qualche difficoltà nel collocare l’anima. Forse è ciò che non ci appartiene. Un filo divino che cuce insieme corpo e spirito? Da qui prosegue il tuo ragionamento. Per arrivare al completamento percettivo, serve l’uso della volontà, che non fa parte del nostro mondo, e le regole sono la sua rappresentazione. La volontà, da parte sua, ci da il controllo. Non possiamo ingannarci di avere il controllo finché non prendiamo la coscienza totale. Di quale controllo parliamo? Riusciremmo mai a fermare una macchina che ci sta venendo addosso? Quale la differenza tra questa e un albero che ci aggredisce? Siamo capaci di resuscitare un nostro amico morto? Siamo veramente sicuri di controllare questo mondo?
Non sono d’accordo sul fatto che un mondo dove un cane ti sta parlando o un albero ti aggredisce, cambiando forma, non possono essere reali, non meno di ciò ci circonda.
Sono di sicuro diversi. Come sarebbe diverso un mondo dove regna bene e bellezza, e agnello pascola assieme a leone.
Prendi la coscienza della tua completezza e potrai controllare qualsiasi posto nel quale ti farà finire lo spostamento del punto di unione o dove lo farai finire tu!
OK, nessuno di noi ci è mai stato e sono tutte le speculazioni, magari sbagliate.
Invito alla discussione. Mi piace imparare e vedere le stesse cose da diversi punti di vista.
Ciaoooooo!

3Percezione e Metodo Empty Re: Percezione e Metodo Dom Feb 06, 2011 6:50 pm

Anna


Ospite

Ho trovato!?
Corpo- la fomra, divenire.
Anima- l'acqua, ciò che riempie il corpo, l'essere.
Spirito- il fuoco, ciò che li anima entrambi, ciò che ho chiamato elemento divino pensando all'acqua.
Questa volta ho ragione?

4Percezione e Metodo Empty Re: Percezione e Metodo Lun Feb 07, 2011 9:39 pm

Phoenix


Ospite

Ciao Anna! Piacere di risentirti!

Riguarda alla triade Spirito-Anima-Corpo cito un breve passo della tradizione ermetica:

"Bisogna però fin d'ora avvertire che i termini "Anima" e "Spirito" non hanno qui lo stesso senso che ai nostri giorni. L' "Anima" qui vale come elemento propriamente sovrannaturale della personalità; lo "Spirito", invece, è inteso come l'insieme delle energie psico-vitali, le quali costituiscono qualcosa di intermedio tra il corporeo e l'incorporeo e sono la "vita", il principio animatore di ogni organismo. Ciò posto, nell'Anima l'uomo porta ermeticamente la presenza della forza solare aurea; nello Spirito egli porta quella della forza lunare e mercuriale; nel Corpo si esprime la forza del sale, ossia in ciò che in linea di caduta è crocifissione e prigionia, in linea di resurrezione sarà invece potenza soggiogata, Acqua Ardente fissata sotto una legge spirituale".

Insomma l'Anima, associata all'elemento fuoco, indica la trascendenza che si realizza per mezzo della legge, la Volontà, il porre qualcosa di assoluto e di statico in contrapposizione alla Natura associata al divenire e che si manifesta psichicamente sottoforma del desiderio. Lo Spirito, associato all'elemento acqua, senza forma ed al contempo assimilabile a tutte le forme, non sono altro che quelle forze misteriose ed "involontarie" che determinano la vita del nostro organismo, come la circolazione, la digestione e per certi versi la respirazione. Da tempi immemori uomini di conoscenza si appropriano di queste forze misteriose dello spirito; dai fachiri in grado di diminuire drasticamente il battico cardiaco sino alla morte apparente, od indurre stati di trance in cui non avvertono dolore; dagli yoghi che hanno un pieno controllo del respiro e dell'organo mentale; dai maghi che hanno pieno controllo sull'immaginazione ecc..
Insomma un andare contro natura (Anima) per appropriarsi della natura stessa (Spirito). Il Corpo rappresenta l'elemento intermedio, il coagularsi di queste due forze primordiali; dunque la stabilità delle forme e la capacità di interagire con il mondo garantico dalla dialettica Io-Non Io. Nella tradizione Alchemica il Corpo viene visto in un primo momento come "caduta", in quanto in esso sono coagulati, paralizzati le potenzialità dell'Anima e dello Spirito, e dunque si rende necessaria l'operazione di Separazione, il rendere "Spirito il Corpo e Corpo lo Spirito".

Questa perlomeno è la spiegazione di Evola, forse un po' scolastica! Visto però che avevi sollevato dei dubbi, un po' di schemi possono risultare utili, se non altro per orientarsi.

Per quanto riguarda il contenuto del tuo post, non ho capito molto, anche perchè ho l'impressione che hai cercato di descrivere delle "sensazioni" che come spesso accade, sfuggono alle parole.
Nel post precedente avevo accennato ad una sorta di sintesi della percezione: insomma, dal punto di vista qualitativo, non ci sono differenze rilevanti tra lo stato di "sogno" e quello di "realtà". Nel sogno vediamo forme e colori, udiamo suoni, tocchiamo gli "oggetti", alla stessa stregua della realtà. La differenza è dunque quantitativa, ovvero nel grado di intensità: la percezione della "realtà" è stabile, lineare, logica (ovviamente questi termini non sono da intendere in maniera assoluta! La percezione della "realtà" è tutt'altro che perfettamente razionale, ciononostante è più razionale del "sogno"!), mentre il sogno comune è incoerente, caotico, irriflessivo. Dunque, che si tratti soltanto di strutturare una "logica" del sogno, al fine di renderlo coerente e percepire altre realtà?
Tu invece hai giustamente posto l'accento sulle differenze qualitative tra "realtà" e "sogno" riferendoti alla trinità Spirito-Anima-Corpo, il che è appunto ciò che mancava al mio discorso, però non sono riuscito ad interpretare perfettamente le tue parole!

Se qualcun'altro vuole intervenire per chiarire questo punto, ben venga.


Phoenix

5Percezione e Metodo Empty Re: Percezione e Metodo Mar Feb 08, 2011 5:20 am

Anna


Ospite

Sono condannata, da me stessa, ad imparare facendo le figuracce.
Hai ragione, ho confuso l’anima con lo spirito. Ho fatto la figura da ignorante ma questo mi permette di domandarti da dove viene la tua sicurezza che gli istinti sono irrazionali (Questo controllo degli istinti, che non è altro che un controllo di tutto ciò che è irrazionale, confuso, condizionato, permette al sogno della realtà mantenere la sua stabilità.), perché su questo si basa il tuo ragionamento?
La stabilità di ciò che tu chiami “realtà” dipende da ciò che ci hanno insegnato durante la nostra infanzia e man mano crescendo. Se tu fossi cresciuto tra i lupi, vivresti il mondo come lo vivono loro e di sicuro per la mancanza di moralità, capita come “un insieme delle regole che rendono la percezione del mondo stabile”, non sarebbe diventato evanescente. Perlomeno non ho mai sentito che gli animali fossero un regno schizofrenico per eccellenza.
“Un sogno lucido e coerente è effettivamente una percezione REALE. Cos'è dunque che rende stabile questo sogno che chiamiamo realtà? Il CONTROLLO.”
Il controllo capito come l’esercizio della volontà è indispensabile, sono d’accordo, ma neanche questo rende il mondo più o meno reale. Ci aiuta all’arrivare alla lucidità, come dici tu, ma a cosa serve questa? Davvero ha come fine fissare il “sogno della realtà”? Tutte le dottrine, la magia compresa, ci insegnano che bisogna staccarsi dalla materia. Cerchi di dirci che per questo intendono solo il controllo delle brame “in quanto l'assecondare ciecamente le passioni naturali genera uno stato di inconsapevolezza e di confusione”, o forse il controllo serve proprio per farci accorgere che ciò che noi chiamiamo il mondo reale è popolato dai fantasmi ( “Viaggio a Ixtlan” )? Che in realtà siamo NOI ( non idea di noi) tutto questo mondo in quanto suoi creatori.
Siamo portati a usare i fiumi di parole. Io sono la prima. Blatero senza pensarci prima: l’anima, lo spirito, il corpo. Cosa sono? Possiamo usare le descrizioni, che però restano tali. Cosa sono veramente, non sappiamo.
La verità è che siamo incompleti e solo il completamento del nostro essere, la riunione dei due corpi ( fisico e energetico) con la “matrice”, con ciò che crea questo mondo di colori, di rappresentazioni, potrà farci percepire la VERA REALTA’. Non importa nei sogni o nei sogni. Qualsiasi condizione può diventare vera, pur restando solo un sogno.
Due corpi più essere; l’anima, lo spirito e il corpo; il fiore, lo stelo e la radice etc. Non importa come li chiamiamo, perché ogni nome gli appartiene e contemporaneamente nessuno è vero, ma la loro unificazione rende i sogni reali e fa diventare un sogno la realtà. La magia è ovunque, e non abbiamo bisogno di controllare il mondo per farlo diventare più stabile. Dobbiamo farlo perché diventasse un miracolo in tutti i suoi aspetti, semplicemente magico.

6Percezione e Metodo Empty Re: Percezione e Metodo Mer Feb 09, 2011 5:24 pm

Phoenix


Ospite

Innanzitutto ti ringrazio per quest'ultima risposta, che mi ha fatto riflettere e che continua a farmi riflettere. Come ogni riflessione, sorgono nuove domande.

"La verità è che siamo incompleti e solo il completamento del nostro essere, la riunione dei due corpi ( fisico e energetico) con la “matrice”, con ciò che crea questo mondo di colori, di rappresentazioni, potrà farci percepire la VERA REALTA’. Non importa nei sogni o nei sogni. Qualsiasi condizione può diventare vera, pur restando solo un sogno."

Questa "incompletezza" è resa evidente dalla discontinuità tra "percezione di veglia" e "percezione di sogno", dal ritenere una "oggettiva" e l'altra "soggettiva", una "vera" e l'altra "falsa". Eppure bastano poche deduzioni semplici per comprendere che la percezione è UNA, che "realtà" e "sogno" sono due modalità della stessa percezione.
Non c'è persona al mondo che non ammetterebbe che nel "sogno" siamo noi gli artefici di tutta la rappresentazione. Se sogno di scalare una montagna, non posso che affermare di essere l'artefice tanto del "corpo" quanto della "montagna", e che questa distinzione tra corpo e montagna è soltanto una distinzione logica. Invece quando tentiamo di applicare questa banalissima deduzione a questo sogno, chiamato "realtà", incontriamo tutta una serie di resistenze ataviche, tutt'altro che "razionali" nel senso buono e comune della parola. Da qui è facile comprendere che l'errore è di fondo e ben radicato, reso cosí potente perchè sempre applicato e mai messo in discussione. Si tratta appunto dell'assioma cognitivo di sentirsi "un corpo in mezzo ad altri corpi", di restringere il nostro "io" all'idea del nostro "corpo", ai confini della nostra pelle e di considerare tutto il resto come qualcosa di estraneo, oggettivo, indipendente e separato da noi.
Appunto da quest'ottica non puó che sorgere quella discontinuità della percezione a cui ho accennato sopra, al sentirsi "incompleti".

Dunque, per riunire il "corpo fisico", ed il "corpo energetico", il primo passo è quello di ridefinire la nostra identità in quanto creatori di ogni nostra rappresentazione, superando la vecchia dialettica io-non io, sogno-realtà, dentro-fuori?
Mi pare altresí ovvio che non è sufficiente un mero riconoscimento intellettuale in stile accademico, poichè per quanto contraddittoria, l'ottica dei corpi detiene un potere smisurato, derivato da anni di fedele applicazione meccanica in cui questo assunto non è mai stato posto in discussione.
Dunque, che il primo passo verso la "completezza" sia non solo acquisire una nuova e piú completa ottica da un punto di vista ipotetico ed intellettuale, ma anche di metterla in pratica al fine che acquisisca effettivamente potere?
Con mettere in pratica intendo qualcosa di estramente semplice. In un ottica dei corpi, ad esempio, odiare qualcuno è lecito, in quanto quel qualcuno è "altro", non-io, "non-me". Se invece arrivo a comprendere di essere l'artefice di ogni mia rappresentazione, odiare l' "altro" diviene stupido ed insentato quanto odiare la propria gamba, da un punto di vista puramente logico prima ancora che da un punto di vista "morale". Il vecchio motto "ama gli altri come ami te stesso" potrebbe essere ritradotto in "ama gli altri perchè sono te stesso".

Dunque, che sia "solo" questione di applicare, non soltanto riconoscere, la nuova ottica?

Phoenix

7Percezione e Metodo Empty Re: Percezione e Metodo Mer Feb 09, 2011 9:17 pm

Anna


Ospite

"Dunque, per riunire il "corpo fisico", ed il "corpo energetico", il primo passo è quello di ridefinire la nostra identità in quanto creatori di ogni nostra rappresentazione, superando la vecchia dialettica io-non io, sogno-realtà, dentro-fuori?"
Non voglio fare la sapientona, che non sono nemmeno in una piccola parte. Ci sono però alcune cose che “so” e altre che percepisco. Il fatto è che NOI non siamo creatori di ogni nostra rappresentazione! Noi, così come siamo ora, facciamo parte di quella! E’ per questo che non basta riconoscere intellettualmente questo stato che io chiamo incompletezza. Riconoscerlo però ci porta al prossimo passo. Siamo come dei burattini che devono combattere per prendere in possesso i fili che gli manipolano. La nostra fortuna è nel fatto che con questi fili siamo attaccati al burattinaio. Con un piccolo sforzo, hehehe, possiamo passo dopo passo tornare da Lui per poterci riunire alla fine.
Come? Una parte ho scoperto e l’hai scoperta tu. Non so solo come posso arrivare a “amarla”. Sono sicura che tu possa arrivarci. Non mi tenere all’oscuro quando lo scoprirai.Very Happy

8Percezione e Metodo Empty Re: Percezione e Metodo Ven Feb 11, 2011 5:35 pm

Nic


Ospite

Ciao Anna,
ho letto e riletto i tuoi ultimi messaggi... GRAZIE .

Secondo te chi è il burattinaio, quali sono i fili e come si risale?

9Percezione e Metodo Empty Re: Percezione e Metodo Ven Feb 11, 2011 5:59 pm

Phoenix


Ospite

Ho atteso un paio di giorni prima di rispondere, perchè il tuo ultimo post mi ha dato l'impressione di essere volutamente "vago" e di chiusura; inoltre non volevo fare la figura di "quello furbetto che si ostina a chiedere il perchè di tutto"! Very Happy

Mi spiego. Che non i creatori di ogni nostra rappresentazione, ma ne facciamo semplicemente parte, spiega perchè non abbiamo "potere" su questa, di come recitiamo più o meno inconsapevolmente la parte di semplici attori che si limitano a seguire una trama. Inoltre questo senso di "incompletezza", di "impotenza", di "passività" è anche ciò che rafforza la nostra ottica dei corpi, che vuole che esista un mondo "esterno, indifferente, ostile, separato".
Fin qui la mia logica regge. Invece la metafora del burattino e del burattinaio, sebbene sia suggestiva (come è suggestivo il diavolo, i "voladores", il demiurgo gnostico ecc..), francamente mi risulta oscura! Dunque non posso che (provare) a chiedere: chi è il burattinaio, quali sono i fili, come si risale?

Phoenix



10Percezione e Metodo Empty Re: Percezione e Metodo Ven Feb 11, 2011 9:07 pm

Anna


Ospite

Mi chiedete di spiegare a parole i concetti che non si possono spiegare. Ci proverò usando la combinazione delle spiegazioni che possiamo trovare in diversi brani.
Don Juan spiega a Castaneda che tonal è come un’isola galleggiante nel mare di nagual. Non sono però due realtà separate. Nagual, in modo monodirezionale, penetra tonal.
Uso le parole possibilmente più semplici per non far fraintendere il concetto.
Ora torniamo al burattino e burattinaio. E’ solo una metafora che mi è venuta in mente per dire che il movimento non nasce qui, che è solo di riflesso. Come succede con le marionette.
Sono la stessa entità, il burattino e il burattinaio, sono noi. Per dare lo spettacolo non basta solo un animatore e neanche un pupazzo, senza che qualcuno lo animi. Lo spettacolo comincia quando si mettono insieme. Solo che burattinaio è nagual, il burattino è tonal.
Penso che nessuno faccia un’obbiezione se dico che il nostro mondo è il mondo di divenire. E noi ne facciamo parte! Siamo parte del creato. Ricordate “Sub specie interioritas”?
“ Sentivo di essere un punto indicibilmente astratto, adimensionale; sentivo che in esso (in un punto adimensionale!) stava interiormente il tutto…”.
La verità è talmente semplice che ci rifiutiamo di accettarla.
Non so come potrei spiegare cosa sono i fili che ci tengono uniti. Se vi dirò che è la volontà, non mi crederete. Eppure è così. E’ una cosa che non appartiene a questo mondo.
Come possiamo tornare al burattinaio?
Non credo di poter seguire da sola il percorso che fa fare don Juan a Castaneda (se c’è un don Juan in giro si presenti pure!), ma posso provare ciò di cui parlano gli alchimisti, ciò di cui ha parlato stesso Phoenix, dandogli giustamente tanta importanza, solo che in contesto sbagliato.
Posso aggrapparmi alla volontà e cercare di, seguendo questi “fili”, unirmi con il mio animatore.
Dobbiamo solo ricordare che è un esercizio di tutte le ore. Troppo semplice dite? Provate, anzi proviamo, a usare la volontà in ogni momento, non solo per sistemare la scrivania nonostante che non ci piace o uscire con la pioggia per sbarazzarci delle immondizie. TUTTE LE ORE. Ricordiamolo.
Non cerco di convincervi. Mi piacerebbe però se ci rifletteste senza pregiudizi.

11Percezione e Metodo Empty Re: Percezione e Metodo Ven Feb 11, 2011 9:47 pm

Nic


Ospite

Senza pregiudizi....
c'è una sorta di gioia vibrante nel sentire ciò che scrivi, che coinvolge completamente.
è come se le preoccupazioni si sciolgono (anche solo per poco).

Come un ricordo lontano che inizia ad affiorare.....

12Percezione e Metodo Empty Re: Percezione e Metodo Ven Feb 11, 2011 9:51 pm

Anna


Ospite

Smile

13Percezione e Metodo Empty Re: Percezione e Metodo Sab Feb 12, 2011 3:23 am

Phoenix


Ospite

"Posso aggrapparmi alla volontà e cercare di, seguendo questi “fili”, unirmi con il mio animatore.
Dobbiamo solo ricordare che è un esercizio di tutte le ore. Troppo semplice dite? Provate, anzi proviamo, a usare la volontà in ogni momento, non solo per sistemare la scrivania nonostante che non ci piace o uscire con la pioggia per sbarazzarci delle immondizie. TUTTE LE ORE. Ricordiamolo."

L'altro giorno discutevo con i miei amici sul fatto che l'intelligenza puó esprimersi a parole, ma le parole non fanno l'intelligenza. Il problema è che tentiamo di ridurre tutto a concetti. Ci siamo dimenticati dell'infinita intelligenza che prescinde dal verbo e che non puó essere racchiusa in esso. Le parole sono astratte, ma la verità è semplice; bisogna solo avere l'umiltà per ricordarcelo. GRAZIE della risposta.

Phoenix

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