Stamani mi sono soffermato brevemente a fare una riflessione circa la stabilità di questo sogno, che appunto per questa sua stabilità lo chiamiamo realtà e lo distinguiamo dallo stato onirico notturno.
L'unica differenza ontologica tra sogno e realtà consiste dunque in questo: che la realtà è un sogno stabile, mentre il sogno è un sogno evanescente e confuso.
Se le cose vengono poste in questi termini (e non può essere altrimenti) ne consegue che un sogno lucido e coerente è effettivamente una percezione REALE. Cos'è dunque che rende stabile questo sogno che chiamiamo realtà? Il CONTROLLO. Nella realtà, ovvero nel sogno reale, ci muoviamo in un contesto delimitato da regole: ci comportiamo in base a delle convenzioni. Questo controllo degli istinti, che non è altro che un controllo di tutto ciò che è irrazionale, confuso, condizionato, permette al sogno della realtà mantenere la sua stabilità. Certo, le nostre continue distrazioni, le azioni ripetute meccanicamente, il cedere dinanzi ad istinti primari come alla fame od al sesso denotano che questo controllo è tutt'altro che asciutto e pienamente realizzato: tuttavia è innegabile che la nostra percezione della realtà mantenga una coerenza di fondo, ed a meno di non essere psicotico, se vedo un albero questo non si trasforma in un batter di ciglio in una montagna, e non accade che semplicemente voltandomi mi ritrovo dalla cima di una collina in pianura. In verità non c'è differenza alcuna tra la percezione di un sogno comune di una persona comune e la percezione ordinaria di uno schizofrenico o di uno psicotico. Entrambi sono percezioni confuse, senza una trama precisa, senza coerenza, senza controllo: noi ci stupiamo quando vediamo un pazzo cambiare improvvisamente e continuamente umore, eppure nei nostri comuni sogni facciamo la stessa ed identica cosa. La differenza sostanziale tra una persona mediamente sana e razionale ed un pazzo, è che la persona razionale sogna lucidamente la realtà, mentre il pazzo continua a sognare confusamente anche il sogno reale.
E' IL GRADO DI CONTROLLO CHE DETERMINA LA LUCIDITA' DI UNA PERSONA. IL PAZZO STA ALLA PERSONA COMUNE COME LA PERSONA COMUNE STA ALLO SCIAMANO. LA DIFFERENZA STA SEMPLICEMENTE NEL GRADO DI LUCIDITA', OVVERO DI CONTROLLO, OVVERO DI DISTACCO CHE LA PERONA RIESCE A REALIZZARE.
Ed ecco che anche la morale acquista un suo preciso significato scientifico, senza limitarsi ad essere un mero e petulante giudizio di valore, senza alcuna consistenza logica. La morale, ovvero il controllo del vortice caotico delle passioni naturali, è il mezzo grazie al quale rendiamo stabile e fissa la nostra percezione. Chi si attiene costantemente a dei principi morali è una persona che rinuncia ai propri istinti in nome di una legge: in altre parole si abitua a realizzare un certo DISTACCO DALLE PASSIONI, il che permette di acquisire un crescente grado di LUCIDITA'.
Finalmente capisco come mai non soltanto le religioni, ma anche molte filosofie e molte congreghe misteriche ed esoteriche del passato davano una notevole importanza all'etica, e rammentassero continuamente che si dovesse conseguire un distacco dalla materia, in quanto l'assecondare ciecamente le passioni naturali genera uno stato di inconsapevolezza e di confusione, che si riverbera nella nostra immaginazione, nel nostro pensiero e nelle nostre azioni.
L'assioma primo della conoscenza è realizzare uno stato di lucidità, ovvero di progressivo distacco non dalle passioni, ma dall'asservimento alle passioni. Soltanto in uno stato di lucidità perfetto è possibile indagare liberamente ed autonomamente. Dove siano rivolte le nostre indagini e le nostre ricerche, dipende da una nostra decisione; ma qualunque sia la via scelta da seguire, non si può prescindere dal fondamento primo del metodo: il distacco, che induce necessariamente alla lucidità.
L'unica differenza ontologica tra sogno e realtà consiste dunque in questo: che la realtà è un sogno stabile, mentre il sogno è un sogno evanescente e confuso.
Se le cose vengono poste in questi termini (e non può essere altrimenti) ne consegue che un sogno lucido e coerente è effettivamente una percezione REALE. Cos'è dunque che rende stabile questo sogno che chiamiamo realtà? Il CONTROLLO. Nella realtà, ovvero nel sogno reale, ci muoviamo in un contesto delimitato da regole: ci comportiamo in base a delle convenzioni. Questo controllo degli istinti, che non è altro che un controllo di tutto ciò che è irrazionale, confuso, condizionato, permette al sogno della realtà mantenere la sua stabilità. Certo, le nostre continue distrazioni, le azioni ripetute meccanicamente, il cedere dinanzi ad istinti primari come alla fame od al sesso denotano che questo controllo è tutt'altro che asciutto e pienamente realizzato: tuttavia è innegabile che la nostra percezione della realtà mantenga una coerenza di fondo, ed a meno di non essere psicotico, se vedo un albero questo non si trasforma in un batter di ciglio in una montagna, e non accade che semplicemente voltandomi mi ritrovo dalla cima di una collina in pianura. In verità non c'è differenza alcuna tra la percezione di un sogno comune di una persona comune e la percezione ordinaria di uno schizofrenico o di uno psicotico. Entrambi sono percezioni confuse, senza una trama precisa, senza coerenza, senza controllo: noi ci stupiamo quando vediamo un pazzo cambiare improvvisamente e continuamente umore, eppure nei nostri comuni sogni facciamo la stessa ed identica cosa. La differenza sostanziale tra una persona mediamente sana e razionale ed un pazzo, è che la persona razionale sogna lucidamente la realtà, mentre il pazzo continua a sognare confusamente anche il sogno reale.
E' IL GRADO DI CONTROLLO CHE DETERMINA LA LUCIDITA' DI UNA PERSONA. IL PAZZO STA ALLA PERSONA COMUNE COME LA PERSONA COMUNE STA ALLO SCIAMANO. LA DIFFERENZA STA SEMPLICEMENTE NEL GRADO DI LUCIDITA', OVVERO DI CONTROLLO, OVVERO DI DISTACCO CHE LA PERONA RIESCE A REALIZZARE.
Ed ecco che anche la morale acquista un suo preciso significato scientifico, senza limitarsi ad essere un mero e petulante giudizio di valore, senza alcuna consistenza logica. La morale, ovvero il controllo del vortice caotico delle passioni naturali, è il mezzo grazie al quale rendiamo stabile e fissa la nostra percezione. Chi si attiene costantemente a dei principi morali è una persona che rinuncia ai propri istinti in nome di una legge: in altre parole si abitua a realizzare un certo DISTACCO DALLE PASSIONI, il che permette di acquisire un crescente grado di LUCIDITA'.
Finalmente capisco come mai non soltanto le religioni, ma anche molte filosofie e molte congreghe misteriche ed esoteriche del passato davano una notevole importanza all'etica, e rammentassero continuamente che si dovesse conseguire un distacco dalla materia, in quanto l'assecondare ciecamente le passioni naturali genera uno stato di inconsapevolezza e di confusione, che si riverbera nella nostra immaginazione, nel nostro pensiero e nelle nostre azioni.
L'assioma primo della conoscenza è realizzare uno stato di lucidità, ovvero di progressivo distacco non dalle passioni, ma dall'asservimento alle passioni. Soltanto in uno stato di lucidità perfetto è possibile indagare liberamente ed autonomamente. Dove siano rivolte le nostre indagini e le nostre ricerche, dipende da una nostra decisione; ma qualunque sia la via scelta da seguire, non si può prescindere dal fondamento primo del metodo: il distacco, che induce necessariamente alla lucidità.