Visto che le risposte all'ultimo post sono state illuminanti, ne approfitto per pubblicare un altro stralcio di riflessione che scrissi tempo fa, in attesa di commenti, ma soprattutto di critiche!
"Come mai nell'antichità si dava così tanta importanza al sogno, mentre nella modernità viene messo da parte, relegato nei fenomeni irrazionali dunque inutili? La breve parentesi della sul sogno della psicoanalisi è ancora soltanto un eccezione (tra l'altro, piuttosto limitata) in cui l'indagine scientifica moderna si è rivolta verso l'universo onirico.
Nella modernità avviene una concentrazione sull'io, inteso esclusivamente nell'attributo del pensiero. Il soggetto quindi viene a coincidere col pensiero; la stessa esistenza dell'oggetto al di là del pensiero diviene problematica e guarda caso mai dimostrata e forse, indimostrabile per principio.
La scienza, intesa nell'accezione moderna, diviene l'unico modo in cui è possibile accostarsi "oggettivamente", "positivamente" alla realtà per mezzo del pensiero. Tutto il resto, sogno compreso, viene relegato nei meandri oscuri ed irrazionali della "soggettività".
Insomma l'attenzione di noi uomini moderni è concentrata sul pensiero, volenti o nolenti, poichè il nostro stesso mondo è sempre più orientato verso l'astratto.
Nell'ottica del pensiero positivo e razionale moderno, il sogno francamente risulta un fenomeno assurdo, sebbene la sua esistenza sia certificata da tutti.
Assurdo perchè il sogno si attiva nel momento in sui si disattiva il pensiero. I sogni sono "incoerenti", "paradossali", "simbolici", "immorali" appunto perchè trascendono le consuete leggi del pensiero che invece applichiamo quotidianamente a questo sogno lucido, la "realtà".
Incredibile come per mezzo del pensiero siamo in grado di costruire missili, sonde spaziali, grattacieli ed al contempo non avere alcun controllo ed alcun potere sui nostri comunissimi sogni. Viene proprio da chiedersi perchè. La mia risposta è che il pensiero assorbe la maggior parte delle nostra attenzione e dunque, delle nostre energie. Quando ad esempio siamo sovrapensiero, agiamo distrattamente e meccanicamente, appunto perchè le azioni meccaniche sono quelle che richiedono uno sforzo minore di attenzione e di energia. Non si può pensare ed al contempo agire consapevolmente.
Il pensiero per poter funzionare anestetizza le percezioni. L'attenzione del sogno (in questo come in qualunque altro) invece richiede una concentrazione totale sulle percezioni. Un eccesso di pensiero finirà sempre per mandare in cortocircuito la nostra attenzione del sogno.
Siamo allevati a pane e pensiero, impariamo a pensare fin dalla tenera età, ma nessuno si preoccupa di insegnarci a controllare questo strumento. Tutti, o quasi, pensiamo con una certa coerenza; ma chi è in grado di bloccarlo volontariamente, chi è in grado di giungere al silenzio con la stessa facilità con cui giungiamo al pensiero?
Forse un giorno anche l'accademia scientifica si preoccuperà seriamente non soltanto delle potenzialità del pensiero, ma anche del suo controllo. Questo si renderà necessario perché la schiavitù del pensiero è forse una delle più grandi patologie della modernità.
Ritornando a noi, pare proprio che imparare a controllare il flusso caotico del pensiero coincida con un graduale aumento dell'attenzione del sogno.
Persone che si applicano costantemente alla meditazione hanno un graduale aumento dell'attenzione sensoria, che si manifesta sia nella “realtà” che nel “sogno”. Si tratta semplicemente di scegliere una “tecnica” per acquisire controllo sul nostro pensiero e di conseguenza sulle nostre emozioni, e di applicarlo con costanza. L'attenzione del sogno sarà una conseguenza."
Phoenix
"Come mai nell'antichità si dava così tanta importanza al sogno, mentre nella modernità viene messo da parte, relegato nei fenomeni irrazionali dunque inutili? La breve parentesi della sul sogno della psicoanalisi è ancora soltanto un eccezione (tra l'altro, piuttosto limitata) in cui l'indagine scientifica moderna si è rivolta verso l'universo onirico.
Nella modernità avviene una concentrazione sull'io, inteso esclusivamente nell'attributo del pensiero. Il soggetto quindi viene a coincidere col pensiero; la stessa esistenza dell'oggetto al di là del pensiero diviene problematica e guarda caso mai dimostrata e forse, indimostrabile per principio.
La scienza, intesa nell'accezione moderna, diviene l'unico modo in cui è possibile accostarsi "oggettivamente", "positivamente" alla realtà per mezzo del pensiero. Tutto il resto, sogno compreso, viene relegato nei meandri oscuri ed irrazionali della "soggettività".
Insomma l'attenzione di noi uomini moderni è concentrata sul pensiero, volenti o nolenti, poichè il nostro stesso mondo è sempre più orientato verso l'astratto.
Nell'ottica del pensiero positivo e razionale moderno, il sogno francamente risulta un fenomeno assurdo, sebbene la sua esistenza sia certificata da tutti.
Assurdo perchè il sogno si attiva nel momento in sui si disattiva il pensiero. I sogni sono "incoerenti", "paradossali", "simbolici", "immorali" appunto perchè trascendono le consuete leggi del pensiero che invece applichiamo quotidianamente a questo sogno lucido, la "realtà".
Incredibile come per mezzo del pensiero siamo in grado di costruire missili, sonde spaziali, grattacieli ed al contempo non avere alcun controllo ed alcun potere sui nostri comunissimi sogni. Viene proprio da chiedersi perchè. La mia risposta è che il pensiero assorbe la maggior parte delle nostra attenzione e dunque, delle nostre energie. Quando ad esempio siamo sovrapensiero, agiamo distrattamente e meccanicamente, appunto perchè le azioni meccaniche sono quelle che richiedono uno sforzo minore di attenzione e di energia. Non si può pensare ed al contempo agire consapevolmente.
Il pensiero per poter funzionare anestetizza le percezioni. L'attenzione del sogno (in questo come in qualunque altro) invece richiede una concentrazione totale sulle percezioni. Un eccesso di pensiero finirà sempre per mandare in cortocircuito la nostra attenzione del sogno.
Siamo allevati a pane e pensiero, impariamo a pensare fin dalla tenera età, ma nessuno si preoccupa di insegnarci a controllare questo strumento. Tutti, o quasi, pensiamo con una certa coerenza; ma chi è in grado di bloccarlo volontariamente, chi è in grado di giungere al silenzio con la stessa facilità con cui giungiamo al pensiero?
Forse un giorno anche l'accademia scientifica si preoccuperà seriamente non soltanto delle potenzialità del pensiero, ma anche del suo controllo. Questo si renderà necessario perché la schiavitù del pensiero è forse una delle più grandi patologie della modernità.
Ritornando a noi, pare proprio che imparare a controllare il flusso caotico del pensiero coincida con un graduale aumento dell'attenzione del sogno.
Persone che si applicano costantemente alla meditazione hanno un graduale aumento dell'attenzione sensoria, che si manifesta sia nella “realtà” che nel “sogno”. Si tratta semplicemente di scegliere una “tecnica” per acquisire controllo sul nostro pensiero e di conseguenza sulle nostre emozioni, e di applicarlo con costanza. L'attenzione del sogno sarà una conseguenza."
Phoenix