Ciao.
Correggetemi se sbaglio. Voglio fare solo un po’ di chiarezza a me stesso.
Se ho ben capito, la chiave di volta del sistema Castanedano è basata sull’energia. E’ l’impiego dell’energia che permette di spostare il punto di unione. Facendo combaciare nuovi fasci di fibre interne con le fasce esterne si riescono a percepire nuovi mondi. Ovviamente sono i nostri sensi che percepiscono questi nuovi mondi e la consapevolezza cerca , per quanto può, di adeguarsi. I sogni rappresentano un esempio di quanto appena detto. Se le premesse sono giuste, gli sforzi di chi volesse avventurarsi in questo mondo devono focalizzarsi sulla propria energia. Un’energia che è limitata, ogni individuo ha la propria, e si può solo spostarla e usarla da un compito a un altro. Don Juan ripete continuamente che il guerriero deve essere impeccabile e nel “ Fuoco dal profondo” afferma che l’impeccabilità è l’uso adeguato dell’energia che si ottiene usando strategicamente solo modelli comportamentali che sono essenziali alla nostra sopravvivenza e al nostro benessere (pag. 28). Ne “L’arte di sognare” si afferma che “la maggior parte della nostra energia è impiegata a mantenere la nostra presunzione. Questo appare più evidentemente nella preoccupazione infinita per la presentazione del sé per vedere se siamo o no ammirati, amati, riconosciuti. Se fossimo capaci di perdere un po’ di boria, ci accadrebbero due cose straordinarie. Primo, libereremmo energia dal tentativo dal mantenere l’idea illusoria della nostra grandeur e, secondo, forniremo a noi stessi l’energia sufficiente ad entrare nella seconda attenzione per afferrare un barlume della reale grandeur dell’universo” (pag.49). Sempre a proposito di energia, don Juan consiglia il guerriero di stilare un inventario di tutte le cose che facciamo e non sono indispensabili alla nostra sopravvivenza. Eliminandole risparmieremmo energia.
L’importanza dell’energia, seppur con nomi diversi, viene messa in risalto anche in altre tradizioni. A cosa mira la neutralità, il non venir “presi”, il non giudicare, il trincerarsi in un “vaso ermetico” se non a un risparmio energetico? E anche gli esercizi per l’incanalamento dell’energia non sono tanto diversi. Che differenza trovate tra la saturazione del tonal camminando con occhi “sbilenchi” e l’esercizio dello specchio dove si dice che tramite l’affaticamento del nervo ottico si raggiunge la seconda attenzione, pardon, la luce astrale ?
E ancora, che differenza c’è tra un don Juan che consiglia di sospendere il pensiero e l’insistenza dei buddisti che sollecitano l’allievo, a essere sempre presente a se stesso?
Insomma, se ho ben capito, tutte le vie portano a Roma, portano al centro.
Un saluto a tutti. Auguri ai laureandi.
Correggetemi se sbaglio. Voglio fare solo un po’ di chiarezza a me stesso.
Se ho ben capito, la chiave di volta del sistema Castanedano è basata sull’energia. E’ l’impiego dell’energia che permette di spostare il punto di unione. Facendo combaciare nuovi fasci di fibre interne con le fasce esterne si riescono a percepire nuovi mondi. Ovviamente sono i nostri sensi che percepiscono questi nuovi mondi e la consapevolezza cerca , per quanto può, di adeguarsi. I sogni rappresentano un esempio di quanto appena detto. Se le premesse sono giuste, gli sforzi di chi volesse avventurarsi in questo mondo devono focalizzarsi sulla propria energia. Un’energia che è limitata, ogni individuo ha la propria, e si può solo spostarla e usarla da un compito a un altro. Don Juan ripete continuamente che il guerriero deve essere impeccabile e nel “ Fuoco dal profondo” afferma che l’impeccabilità è l’uso adeguato dell’energia che si ottiene usando strategicamente solo modelli comportamentali che sono essenziali alla nostra sopravvivenza e al nostro benessere (pag. 28). Ne “L’arte di sognare” si afferma che “la maggior parte della nostra energia è impiegata a mantenere la nostra presunzione. Questo appare più evidentemente nella preoccupazione infinita per la presentazione del sé per vedere se siamo o no ammirati, amati, riconosciuti. Se fossimo capaci di perdere un po’ di boria, ci accadrebbero due cose straordinarie. Primo, libereremmo energia dal tentativo dal mantenere l’idea illusoria della nostra grandeur e, secondo, forniremo a noi stessi l’energia sufficiente ad entrare nella seconda attenzione per afferrare un barlume della reale grandeur dell’universo” (pag.49). Sempre a proposito di energia, don Juan consiglia il guerriero di stilare un inventario di tutte le cose che facciamo e non sono indispensabili alla nostra sopravvivenza. Eliminandole risparmieremmo energia.
L’importanza dell’energia, seppur con nomi diversi, viene messa in risalto anche in altre tradizioni. A cosa mira la neutralità, il non venir “presi”, il non giudicare, il trincerarsi in un “vaso ermetico” se non a un risparmio energetico? E anche gli esercizi per l’incanalamento dell’energia non sono tanto diversi. Che differenza trovate tra la saturazione del tonal camminando con occhi “sbilenchi” e l’esercizio dello specchio dove si dice che tramite l’affaticamento del nervo ottico si raggiunge la seconda attenzione, pardon, la luce astrale ?
E ancora, che differenza c’è tra un don Juan che consiglia di sospendere il pensiero e l’insistenza dei buddisti che sollecitano l’allievo, a essere sempre presente a se stesso?
Insomma, se ho ben capito, tutte le vie portano a Roma, portano al centro.
Un saluto a tutti. Auguri ai laureandi.