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la via tolteca

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1la via tolteca Empty la via tolteca Lun Ott 31, 2011 9:39 pm

Marco


Ospite

Salve! Da anni sono un fervente lettore di Castaneda, fin da quando conobbi i suoi scritti alla facoltà di antropologia. Dopo questo iniziale folgoramento "sciamanico"'mi sono acculturato circa varie tradizioni esoteriche e non (ho letto il materiale presente nel sito), ma alla fine sono arrivato alla conclusione personale che la "via del guerriero" è l'unica opportunità concreta e pragmatica che l'uomo di oggi ha a disposizione per rimettersi in contatto con lo spirito. Non che le varie letture che ho fatto nel corso degli anni siano state inutili, dato che mi hanno permesso di "allargare" la comprensione intellettuale di determinati fenomeni, ma a livello pratico che poi è quello che fa la differenza, il lavoro di Castaneda non ha pari. La grande differenza che ho notato tra lo sciamanesimo tolteco e le altre tradizioni è che mentre queste partono dall'inquadramento ideologico e teorico lo sciamanesimo parte all'opposto da una pratica volta a distuggere la nostra descrizione del mondo e di conseguenza ad incrementare la nostra percezione. Il punto è che mentre i primi il più delle volte si fermano al piano astratto e teorico di una tradizione (semplicemente sostituiscono idee nuove a quelle vecchie) i secondi entrano direttamente in contatto con lo "spirito" o se preferite il nagual ed una volta ricevuta questa impressione non possono più tornare indietro. Certo la comprensione arriverà in un secondo momento, ma intanto l'esperienza trasforma in maniera idelebile.
Dico questo perchè ho visto tanti ragazzi che incuriositi dall'argomento sono diventati delle enciclopedie esoteriche senza per questo cambiare radicalmente la propria vita. Tutto ció che hanno fatto è memorizzare nuove descrizioni del mondo senza mai metterle veramente in atto. Secondo me la via del guerriero è immune da questa aberrazione, lasciando a chi vuole la libertà di studiare altre tradizioni.
Vi chiederete perchè dico queste cose senza neanche presentarmi. In realtà è un po' che frequento il sito anche se finora non avevo scritto niente. Semplicemente ho fatto una riflessione e questo mi è sembrato il luogo adatto per comunicarla. Ciao a tutti! Marco

2la via tolteca Empty Re: la via tolteca Lun Ott 31, 2011 11:09 pm

Nic


Ospite

Ciao Marco
mi fa molto piacere leggere il tuo post, soprattutto se dici che hai letto le pagine del sito! Smile
Secondo me la vera via, quella giusta insomma, è (come dice un certo don juan) la via che ha un cuore.
E la via che ha un cuore è quella che ti prende tutto... senza lasciarti scelta o vie di fuga.
Non è detto che si debba seguire solo una determinata tradizione, ciò che può sembrare teorico per qualcuno, produce trasformazioni interiori in qualun altro... insomma, in una via col cuore sarebbe meglio seguire il cuore no? Wink
Ad esempio, nel mio caso, sono partito dalle monografie contenute in questo sito. Dopo ho "incontrato" Carlitos. Non ci vuole uno scienziato per capire che moltissime cose che sono riuscito a vedere nei suoi libri sono state possibili grazie alle precedenti esperienze.
Ma vedendola ancora più in generale non ho seguito proprio nessuno, in fondo ognuno segue la propria via... non può che esser così. Il processo è lo stesso, una vera maturazione calma e costante, NATURALE. E poi, senza angoscia né affanni, il frutto cade da solo.

Se senti davvero di seguire castaneda fallo senza risparmiarti. E se il cuore ti ha condotto a questo sito beh, un motivo ci satà pure Smile

Benvenuto e grazie!

3la via tolteca Empty Re: la via tolteca Mer Nov 02, 2011 1:19 am

Phoenix


Ospite

Ciao Marco, benvenuto!

Sono d'accordo quando poni l'accento sul "pragmatismo" di Castaneda: io stesso ebbi le mie prime esperienze "magiche" leggendo le sue incredibili avventure. Carlitos era un uomo dei nostri tempi per cui non possiamo fare a meno di identificarci con lui: credo che sia questo il motivo che lo rende attuale, pratico ed immediato rispetto ad altre tradizioni più lontane nel tempo, che fanno riferimento ad uomini che avevano una diversa mentalità ed adoperavano un diverso linguaggio. Ci tengo peró a sottilineare -visto che hai letto il materiale presente nel sito- che anche la tradizione ermetico-alchemica occidentale ha un carattere fortemente operativo, sebbene faccia uso di un linguaggio ed una simbologia non più "attuali". Certo, questo inconveniente richiede un pó di studio preventivo, ma ti garantisco che ne vale la pena. Una volta che il linguaggio alchemico si imprime nella nostra mente si acquisisce una nuova chiave di lettura per interpretare i fenomeni e quindi un più chiaro e diretto dominio sul versante pratico-operativo. Ho fatto ricorso implicitamente alla divisione logica tra teoria e prassi per meglio esplicarmi, ma come ricorda anche Nic è bene non prendere questa divisione troppo sul serio. Per esempio molte monografie di Ur (presenti nel sito nella seziome Magia) mi hanno personalmente "scosso" semplicemente leggendole. Sarà che noi uomini del secolo ventunesimo non alziamo le chiappe se qualcosa non ci persuade logicamente, ma sono convinto che vi sono letture che creano esperienza.
Lo studio è mera "teoria" quando diventa un semplice esercizio mnemonico per far colpo sul professore ei turno o peggio ancora per sentirsi un erudito.

Alla prossima!

Phoenix

4la via tolteca Empty Re: la via tolteca Ven Nov 04, 2011 2:48 am

David


Ospite

Mi ritrovo molto in quello che hai scritto. Quando ho iniziato a frequentare questo sito avevo già letto parte dei libri di Ur. Ricordo che non ci avevo cavato fuori granché. Poi mi sono stati consigliati i libri di Castaneda, "Viaggio ad Ixtlan" il primo che ho letto, meraviglioso! Quei libri mi hanno cambiato il mondo!
Però adesso, a distanza di qualche anno, sto portando avanti la lettura dei tre volumi del gruppo di Ur e devo dire che è tutto cambiato. Sono altri libri rispetto a quelli che ho letto prima di Castaneda, ma per il semplice fatto che li sto leggendo con un altro spirito. Adesso, leggendoli, li sto vivendo.

La differenza credo la faccia una questione molto elementare. Noi, in quanto uomini occidentali, siamo abituati ad un certo modo di pensare, di catalogare le cose, che è molto più affine ad Ur rispetto che alle pratiche sciamaniche. Castaneda ci arriva più direttamente per il semplice fatto che non abbiamo i mezzi per "metterlo al suo posto". Una volta perso quel bisogno compulsivo di catalogare le cose, però, gli scritti di Ur mi sembrano persino più "vivi", terribilmente essenziali e tutt'altro che teorici.

5la via tolteca Empty Re: la via tolteca Ven Nov 04, 2011 7:34 pm

Marco


Ospite

ho letto con entusiasmo le vostre risposte e mi sono divertito a notare le diverse sfumature delle personalità che avete mostrato. Nic mi è sembrato il mistico che abbraccia tutto e non prende impegni, Phoenix il professorone di turno e David l'uomo sobrio della situazione. Non so quanto siate presi dalle vostre maschere, ma siete comunque dei bravi attori. Ed io? Quando ho riletto il mio post mi sono messo a ridere fino quasi a soffocare: sembra la recensione di un fan di castaneda! Non so perché l'intento mi ha portato a scrivere a quella maniera ma è stato molto divertente!
Comunque per entrare in tema ho letto e riletto i vari Ur, Guènon, Evola, Eliade, Steiner, Kremmerz, Blavatsky e compagnia, gente molta diversa che oggi viene accomunata in quel calderone chiamato "spiritualità". Alcuni non mi hanno detto niente mentre altri mi hanno aperto gli occhi. C'è qualcosa però che non mi ha mai convinto ovvero che tutti questi autori erano preoccupati di cambiare il mondo o di farlo tornare al presunto splendore di una volta. Prendete ad esempio il dualismo tradizione-modernità di un Evola o di un Guènon e ditemi se non sembra una parafrasi del peccato originale. C'era una volta un uomo perfetto di nome Adamo che viveva felice nel paradiso, ma un giorno commise un peccato e venne condannato a vivere soffrendo. C'era una volta una civiltà tradizionale perfetta, dove tutti vivevano felicemente, ma poi un giorno l'uomo commise un peccato e venne condannato alla modernità. Va bene che noi uomini moderni in nome del progresso proiettiamo la felicità nel futuro, ma anche proiettarla nel passato mi sembra lo stesso errore. Insomma anche prima di leggere castaneda la mia nonna mi diceva sempre che non si piange sul latte versato! Fare a schiaffi con la realtà è la mossa principale dell'importanza personale. Sì sono dell'idea che per trascendere la realtà occorre prima di tutto accettarla pienamente altrimenti non si fa altro che sognare ad occhi aperti. Poi certo si può cambiare e cambia, ma "raggirandola" e non facendoci a sportellate. La via del guerriero di don juan mi pare immune da questo errore, questo era il messaggio vero del mio post precedente nonostante la sua tinta difensiva! Very Happy Alla prossima!

6la via tolteca Empty Re: la via tolteca Ven Nov 04, 2011 9:29 pm

Max


Ospite

Ciao Marco e benvenuto!!

sull'estrema praticità di Castaneda non c'è nemmeno da discutere.. mettendo insieme quello che hanno scritto phoenix e david concludo che tali libri ci hanno spiazzato, colpito perchè per noi riesce molto facile identificarsi con Carlos (alla fine sono dei romanzi-chi non s'identifica col protagonista in un romanzo???-... non delle monografie..) e quindi anche solo leggendoli abbiamo potuto assorbire una minimissima parte dell'esperienza/sconvolgimento che ha avuto lui..

per quel che riguarda Ur, Evola (degli altri che hai menzionato so poco o nulla..) il discorso è diverso.. i messaggi che mandano molto spesso sono volutamente nascosti (Evola ha scritto "la tradizione ermetica" guarda caso..) e presuppongono-come dicono essi stessi- una sorta di cambiamento di approccio del lettore rispetto ai consueti schemi. in tal senso possiamo rifarci all'"Uomo tradizionale", nel senso che tali monografie ndrebbero lette per cavarne fuori qualcosa, con la più totale libertà.
da giudizii, pensieri, schemi ecc ecc... e poi, un' ultima cosa che ci tengo a dirti, è che a mia impressione gli appartenenti al gruppo di Ur erano molto, ma molto pratici.."ogni nostro insegnamento è illusorio finchè non si traduca in una pratica o in un atto" recita il Caduceo. e soprattutto non mi hanno affatto dato l'impressione di tipi sovversivi, con la fissazione di cambiare il mondo. Non ho letto "Rivolta contro il mondo moderno" di Evola a cui forse implicitamente ti riferivi, però penso che Evola stesso volesse soltanto sottolineare come l'uomo moderno si sia- a livello spirituale, sottile, non materiale- distaccato da quello tradizionale, il quale aveva appunto un diverso approccio, che julius ci consiglia di ritrovare... senza stare affatto a piangere sul latte versato
grazie per il post e a risentirti!!

ps. mi è piaciuta la tua veloce psicanalisi dei 3 baldi giovani che hanno scritto qui... ahhahah proprio divertente!!!
ciao

7la via tolteca Empty Re: la via tolteca Sab Nov 05, 2011 2:20 pm

Phoenix


Ospite

Ciao Marco!

Non ti rispondo direttamente ma, da professorone (Eh! Eh! Very Happy ) partirò un po' più lontano. Hai fatto riferimento al dualismo tradizione-civiltà presente in Guènon ed Evola: del primo non posso dire nulla perché tutte le volte che ho provato a leggerlo mi sono arreso prima di cominciare mentre del secondo mi sento di affermare un paio di cose. Riconosco che questa distinzione ha una connotazione ideologica (interessante il parallelismo con il peccato originale!), confezionata ad hoc e funzionale al discorso dei due, però una critica non può fermarsi a questo punto. Io non sono affatto "antimodernista" alla Evola, ma devo riconoscere che il sua dettagliata e puntuale ricerca storica, oltre alla coerenza del suo pensiero, hanno permesso a molti di noi di venire a contatto con certe tradizioni (una su tutte l'ermetismo alchemico) che la modernità (diciamo dal 1600 fino ad oggi) e dunque noi uomini moderni avevamo dimenticato od avevamo voluto forzatamente dimenticare. Se poi questo gioco faccia perno sulla rigida distinzione tra tradizione e modernità riconosco che è un limite, ma a fronte di indiscutibili meriti.
Inoltre ci tengo a precisare un altro punto. Mi sento di dire che vi è un Evola "metafisico" ed un Evola "politico". Ovviamente questi due aspetti sono intrecciati tra di loro, ma questa distinzione ci permette di capire una cosa. Evola era convinto che ad un certo punto vi fossero le condizioni per piegare il corso degli eventi in senso "tradizionale" e per questo aveva dato forma ad un determinato pensiero politico. Questo lo possiamo inquadrare come la parte "storica", "contingente" del suo pensiero, poiché relativa al determinato contesto storico e culturale in cui è vissuto. Certo che oggi, a fronte delle conseguenze della seconda guerra mondiale, del 68', della globalizzazione etc.. è fin troppo facile sparare a zero sull'Evola politico. Lui "simpatizzava" per il fascismo (anche se non vi ha mai aderito), non perché esaltato dal fascismo in sè, ma perché da antidemocratico era convinto che una struttura sociale verticale e gerarchica era comunque preferibile ad una orizzontale ed egualitaria (sarebbe interessante discutere sul fatto che la democrazia è egualitaria solo a parole, poichè di fatto è fin troppo facile notare che i rapporti di forza, nella società come nella vita, permangono, sebbene più "sottili" e mascherati). Per non parlare del fatto che fosse militarista, europeista, antipacifista, anticomunista, antiamericanista.. L'esatto contrario di quel che si pensa oggi!! Insomma se si legge Evola con le lenti odierne senza contestualizzarlo, c'è da mettersi le mani nei capelli. Detto questo, non c'è alcun vincolo di adesione all'Evola politico, il cui tentativo in questo senso si è rivelato fallimentare per bocca dello stesso autore. Del resto a noi interessa la parte schiettamente "metafisica" del suo pensiero. Un' opera come la Tradizione Emetica per quanto mi riguarda potrebbero averla scritta a braccetto Hitler e Mussolini, ma ciò non toglie che rimane una miniera d'oro per chiunque si interessi di Alchimia.

Infine vorrei concludere sottolineando che in "Cavalcare la tigre", Evola giunge a delle conclusioni incredibilmente castanediane! Resosi conto della irreversibilità del processo storico in corso, giunge alla conclusione che occorre accettare senza compromessi la realtà che ci circonda e che anzi un periodo così "buio" permette di allenare il proprio "spirito" con un'intensità sconosciuta in altri tempi. Ciò che conta è mantenere quel distacco "interiore", quella "impeccabilità" (usa proprio il termine impeccablità!) che non a niente a che vedere e che non dipende col contesto storico e sociale in cui viviamo. Anzi quest'ultimo, privo di fondamenti assoluti com'è, facilita il compito di agire senza credere al frutto delle nostre azioni, di recitare una parte senza essere "presi" da essa. In altre parole di realizzare una volontà libera da qualsiasi fine, libera di agire!
Dimmi se questo non ti ricorda la via del guerriero e l'arte dell'agguato! Very Happy

A presto!

Phoenix


8la via tolteca Empty Re: la via tolteca Sab Nov 05, 2011 2:28 pm

Phoenix


Ospite

Rileggendo mi sono reso conto che manca una conclusione. Messa così, sembra un'apologia di Evola, come tu l'avevi fatta a Castaneda! Il punto è che a mio modo di vedere certi autori vadano letti assieme e non in opposizione, fermo restando che delle differenze ci sono e non possono essere taciute. Tutto qui!
Perdona la prolissità del professore di turno! Embarassed

Phoenix

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