Salve a tutti. Scrivo qui una mia riflessione perché dato il contenuto del sito credo che molti di voi abbiamo la mentalità che io avevo un tempo. Penso abbiate letto di quel pazzo che ha fatto una strage a Firenze e penso che sappiate che fosse un cultore di esoterismo. Non voglio attribuire la responsabilità di questa strage a certe letture, del resto ogni testo può essere strumentalizzato od interpretato a proprio piacimento, e se perfino un testo come il vangelo, che dovrebbe insegnarci la carità, l'umiltà e l'amore è stato utilizzato per fini di potere, allora la responsabilità riguarda sempre più l'interprete che il testo. Detto questo, devo ammettere che quando ero un appassionato lettore di Evola e compagnia avvertivo nella mia pelle un certo disprezzo verso molte persone. Avevo diviso il mondo in due categorie: da una parte c'erano quelli come me, pochi e eletti, che cercavano l'illuminazione (qualsiasi cosa voglia dire questa parola) e dall'altra c'era una moltitudine di poveri sciocchi che non si rendeva conto della propria cecità. Cominciai a sospettare di questo modo di pensare quando vicino a casa mia venne ad abitare un ragazzo disabile. In parole povere disprezzavo il suo essere informe ed indegno di vivere e i patetici tentativi della madre di farlo apparire normale quando era palese il contrario. Mi resi conto che tutta questa rabbia non solo era indegna per un santo o per un illuminato, ma era ingiustificata anche per un uomo qualsiasi. Certo non anch'io non mi credevo illuminato e lottavo contro tutte le mie debolezze, ma di certo mi sentivo un gradino sopra la maggior parte delle persone. Fu così che mi guardai allo specchio e mi resi conto che tutte le imperfezioni che attribuivo alle altre persone non erano altro che le mie. Criticando gli altri non facevo altro che nascondere le mie debolezze, proiettandole verso qualcuno che non era me. Mi resi conto che la perfezione è soltanto una chimera e che l'unica verità è che ogni essere umano, per quanto ricco, bello e fortunato che sia, è imperfetto e sono più le imperfezioni che ci accumunano con gli altri che le virtù che ci distinguono. Nel giro di poco tempo si sgretolarono ad uno ad uno tutti i pregiudizi che avevo acquisito attraverso certe letture e che una volta ritenevo delle virtù. L'unica certezza che mi è rimasta è che ogni imperfezione o ingiustizia che vedo negli altri non è altro che una imperfezione o una ingiustizia che è sedimentata nel mio animo. Parlo a titolo personale quando dico che secondo me non c'è alcuna magia, nessun potere, nessuna illuminazione o meta ultima da raggiungere e che ci eleva al di sopra delle turbe, che tutte queste idee rischiano soltanto di gonfiare l'orgoglio all'inverosimile senza restituirci niente. Un gimnosofista potrà anche camminare sui carboni ardenti e trattenere il respiro per mezz'ora, ma non vedo come tutte queste abilità possano qualificarlo come una persona migliore rispetto a prima. Secondo la mia esperienza, l'unica vera formula magica che abbia mai trovato è questa: "Ama gli altri come ami te stesso". Non m'importa se questa formula l'abbia recitata Cristo o chi per lui, per me resta una verità senza tempo. Forse l'unica che ci renda realmente migliori senza per questo divenire dei palloni gonfiati ricolmi di orgoglio.
Un saluto e un Augurio di buon Natale a tutti quanti! Luca
Un saluto e un Augurio di buon Natale a tutti quanti! Luca