Ciao Borg,
spesso i semplici sistemi proposti nei libri (letture, meditazione giornaliera, presenza mentale, ecc.) portano a scarsi risultati e spesso ci si illude di essere pervenuti a qualcosa quando invece basta distrarsi e di nuovo la mente è pervasa da forme mentali che accettiamo passivamente.
Molto lungo è il cammino per arrivare davvero al "pensiero creativo" o "vivente", cioè quel plastico realizzare immagini mentali a volontà. E, soprattutto, è un cammino "pratico", che richiede un "fare".
Questo per vari motivi, primo fra tutti, perchè il nostro "io" è solo illusoriamente "uno" solo, ma esso è formato e si regge, su un coacervo di sub-personalità e sovrastrutture (atavismo, educazione, fedi, abitudini comportamentali, ecc.) che alternativamente prendono il sopravvento senza che noi ce ne accorgiamo.
Per questo, chi si sente chiamato a tanto, deve compiere una preliminare opera di ripulitura e riordinamento, prima che la mente possa intuire il "miracolo di una cosa sola" di cui parla Ermete.
Ciao!